Posts From ottobre, 2023

Sai cosa è una terrazza a tasca?

Profilo architettonico e normativo
Si tratta di un particolare spazio all’aperto utilizzato per aumentare la luminosità degli appartamenti e guadagnare spazio all’aperto. È perfettamente legale realizzarlo ma a condizione di rispettare le norme.

 

L’argomento che andremo a trattare in questo nuovo numero del magazine è la “terrazza a tasca”. Vediamo innanzitutto di cosa si tratta. È una tipologia di terrazzo incassata in un tetto a falda inclinata delimitata da parapetti o spallette laterali, accessibile esclusivamente dal sottotetto. Di solito non è visibile dalla strada sottostante, ma perfettamente visibile dai fabbricati limitrofi.

Tale soluzione viene realizzata per ottenere uno spazio all’aperto e aumentare la luminosità dell’appartamento sottostante.

Di solito viene realizzata quando si è proprietari di una mansarda e durante la ristrutturazione dell’immobile si pensa di recuperare il sottotetto per aumentare gli spazi a disposizione con un incremento della luminosità, ma anche del valore dell’immobile.

La dimensione della terrazza a tasca che andremo a realizzare dipende dall’altezza del tetto. Infatti, la profondità che si potrà utilizzare sarà superiore se il tetto sarà basso e avrà un’inclinazione maggiore.

Per poterlo realizzare sarà dovrà essere smantellata una porzione del tetto di copertura del fabbricato. Operazione che dovrà essere effettuata con i necessari accorgimenti tecnici in modo che non siano creati danni al fabbricato sia sotto l’aspetti strutturale e funzionale che del decoro architettonico.

Sotto l’aspetto strutturale difficilmente si verranno a creare delle criticità, ma sotto l’aspetto funzionale bisognerà effettuare tutto il necessario per far si che l’originaria funzionalità del tetto non venga meno a seguito della trasformazione effettuata. In particolar modo bisogna fare attenzione per quanto riguarda gli scarichi delle acque piovane e per la perfetta impermeabilizzazione delle opere eseguite con le adeguate pendenze verso il bocchettone di raccolta delle acque.

Infine, sotto l’aspetto architettonico e del decoro è necessario che abbia il minor impatto possibile sulla struttura originaria. L’accorgimento principale è quello di non rimuovere tutto il tetto ma di conservare la parte esterna per la realizzazione di un parapetto.

Dal punto di vista normativo ci viene incontro una sentenza che possiamo definire innovativa, che consente al proprietario dell’immobile dell’ultimo piano, di realizzare una terrazza a tasca , la quale recita: “Il condomino del piano sottostante al tetto comune, può effettuare la trasformazione di una parte dell’edificio, in terrazza ad uso esclusivo proprio, a condizione che sia salvaguardata, mediante opere adeguate, la funzione di copertura e protezione delle strutture svolta dal tetto preesistente, restando così complessivamente mantenuta, per la non significativa portata della modifica, la destinazione principale del bene”.

Questa sentenza, in netto contrasto con la precedente giurisprudenza che ritenesse illecita una trasformazione del genere, va letta alla luce della necessità delle nuove esigenze abitative che abbiamo oggi.

Pertanto se il regolamento condominiale contrattuale non fa menzioni al riguardo vietando la realizzazione di una terrazza a tasca è possibile la sua costruzione senza alcun consenso da parte della maggioranza dei condomini.

Tale opera potrebbe essere ostacolata solo se la trasformazione realizzata eliminasse concretamente la possibilità di uso della cosa comune agli altri condomini. Negli anni seguenti ci sono state altre decisioni che si sono allineate a questo orientamento, quali la sentenza della Corte di Cassazione n. 7544/2017 o alla n. 1850/2018.

L’importante è che la funzione originaria del tetto non venga alterata.

Questo non significa però che il condomino che realizzi l’opera non debba dotarsi preventivamente dei permessi edilizi necessari, presentati da un tecnico abilitato, che dovranno essere rilasciati dall’ufficio tecnico del Comune dove si dovrà realizzare l’opera.

La trasformazione realizzata dal condomino comporterà di conseguenza, nei casi in cui si dovrà effettuare negli anni successivi una manutenzione al terrazzo, una variazione dei criteri di ripartizione delle spese.

Infatti mentre alle spese di manutenzione della copertura partecipano tutti in base alla tabella di proprietà (appartamenti, negozi, box, cantine), nella nuova fattispecie che ci andremo a trovare il criterio di ripartizione sarà 1/3 a carico del condomino che ha apportato la modifica in base alla quale ha l’uso esclusivo del terrazzo e per i 2/3 a carico dei soli condomini che sono sottostanti alla proiezione del terrazzo di copertura. Lo stesso criterio dovrà essere utilizzato per eventuali risarcimenti dei danni dovuti a infiltrazioni.

di Mariolina Servino, art director del Magazine Condominio Zero Problemi

Come scegliere la siepe giusta

Dall’alloro al ringospermo sono moltissime le varietà di piante comunemente usate come siepe divisoria. Ognuna ha delle caratteristiche da conoscere prima di metterle nel proprio giardino o terrazzo.

Le siepi hanno da sempre la storica funzione di proteggere, decorare, delimitare e ombreggiare un determinato spazio esterno. Caratteristiche molto diverse che possono essere racchiuse da un’unica siepe o venire svolte da siepi differenti. Conoscere la funzione delle siepi consente infatti di scegliere le piante più adatte ai nostri scopi. L’utilità di queste siepi è decisiva, soprattutto nelle campagne, dove il ruolo di recinzione naturale delle siepi è stato via via sostituito dalle reti metalliche.

In città le siepi sono spesso collocate dietro manufatti tipo muri alti, muretti o rete metallica sorretta da pali.

 

Distanza delle siepi dai confinanti

Quando sono piantate dietro a dei manufatti non ci sono distanze da rispettare con in confinanti. Nel caso opposto, ovvero quando non vi sono manufatti come muri o reti, le singole piante che formeranno la nostra siepe dovranno stare ad una distanza 50 centimetri dal confine. La distanza si misura dalla linea del confine alla base esterna del tronco della specie vegetale nel tempo della piantagione, o dalla linea stessa al luogo dove fu fatta la semina.

 

Che tipo di piante scegliere per le siepi?

Con riferimento alla zona di Roma e dintorni, descriviamo velocemente le principali specie vegetali più usate:

  • L’alloro, nome latino Laurus nobilis , è un arbusto tipico della macchia mediterranea, con molti riferimenti storici in letteratura. Può raggiungere un’altezza di 8-10 metri, sopporta bene le potature e può essere mantenuto in forme regolari, come ad esempio parallelepipedo rettangolare, in modo che assomigli ad un “muro verde”. Si adatta molto bene a vari tipi di terreni, sopporta bene il freddo e la siccità estiva. Le foglie sono molto usate in cucina.

 

  • Il viburno lucido, Viburnum tinus varietà “Lucidum”. Il viburno lucido è un arbusto sempreverde con portamento eretto, molto folto e cespuglioso. È una pianta caratterizzata dalla lucentezza del suo fogliame, come si evince dal nome. Ha una crescita piuttosto rapida, foglie grandi coriacee di colore verde scuro a forma ovale. Fa una bella fioritura di colore bianco, bianco/rosa a primavera. Sopporta bene le potature come l’alloro, cresce rapidamente in vari tipi di suolo. In alcuni casi necessita di irrigazione nel periodo estivo.

 

  • Il lauroceraraso, Prunus laurocerasus il cui nome fa riferimento laurus (alloro) e cerasus (ciliegio), per la somiglianza delle foglie con quelle dell’alloro (Laurus nobilis) e drupe simili a quelle dei ciliegi. Preferisce zone più fredde rispetto all’alloro. Le foglie sono di colore verde scuro, molto più chiare e lucide quando giovani; spesse e coriacee; di forma oblunga, tondeggiante verso l’apice, lievemente seghettate verso l’esterno. I fiori sono bianchi, non molto appariscenti. Fiorisce tra aprile e giugno, dando poi origine a frutti denominati frutti drupe rosse/viola quando acerbe, e nero-bluastre una volta raggiunta la maturazione. Fruttifica a fine estate-inizio autunno. Sopporta bene il freddo e le potature. Le foglie e i semi possono dare tossicità se ingerite.

 

  • Il pittosporo, nome scientifico Pittosporum tobira (Thunb. W.T. Aiton) è una pianta della famiglia delle Pittosporaceae, originaria della Cina meridionale, del Giappone, di Taiwan e della Corea. Ha una bella fioritura bianca, profumata, un bel fogliame lucido e una resistenza a varie condizioni ambientali, come ad esempio in zone vicino al mare con inverno mite. È una pianta sempreverde a portamento arboreo o arbustivo e può raggiungere i tre o quattro metri di altezza. Può essere tenuta a forma di siepe, come le specie sopra elencate, oppure può formare dei simpatici alberetti. La sostanza appiccicosa di cui sono rivestiti permette ai semi di attaccarsi al becco degli uccelli e di essere trasportati per lunghe distanze. Le foglie sono alternate, lucide e oblunghe. I fiori, a cinque petali, sono molto profumati; bianchi all’apertura, assumono poi color crema e infine giallo chiaro. In Italia la pianta fiorisce in maggio. Al tatto, i petali sono cerosi.

 

  • L’oleandro, Nerium oleander originario dell’Asia ma è naturalizzato e spontaneo nelle regioni mediterranee e diffusamente coltivato a scopo ornamentale. L’oleandro ha un portamento arbustivo, ma come per il pittosporo, può essere allevato anche a formare piccoli alberi, spesso usati nelle nostre strade. Le foglie sono velenose come i fusti, sono glabre e coriacee. La bellezza di questa pianta sono i fiori, grandi e vistosi. Ci sono molte varietà che coprono una vasta gamma di colori. Questa specie va bene per formare delle siepi in forma libera, non eccessivamente squadrata. Resiste bene al freddo invernale e molto alla siccità estiva. Sopporta bene le potature, generalmente eseguite a fine inverno per permettere un bel riscoppio della vegetazione nelle stagioni primaverili ed estive.

 

  • Infine come siepe, vengono usati arbusti rampicanti come il rincospermoTrachelospermum jasminoides (Lindl.) Lem., noto volgarmente come falso gelsomino o appunto rincospermo, e l’edera comune, Hedera helix L, che ha bisogno di sostegni come ad esempio una inferriata su cui arrampicarsi. Sono facili da coltivare ma spesso come l’edera possono diventare molto invadenti e attaccarsi ai fusti degli alberi o ai muri. Il rincospermo sopporta il sole e la mezz’ombra, offre una bella fioritura bianca, molto profumata in primavera. L’edera si trova bene in zone umide. Le potature sono meno frequenti rispetto alle altre specie arbustive sopra descritte.

di Gino Francesco Vannucci, agronomo per il Magazine Condominio Zero Problemi

Quali sono gli strumenti tecnologici di un condominio moderno?

La tecnologia offre strumenti in grado di migliorare la qualità di vita aumentando i servizi e di abbassare i costi di gestione, a fronte di un investimento iniziale.

Un condominio moderno richiede sempre più gestione di servizi e di tecnologie avanzate per offrire ai suoi residenti una qualità di vita migliore. L’implementazione di nuove tecnologie, infatti, consente di aumentare la sicurezza, il comfort e l’efficienza energetica degli edifici. In questo articolo, esploreremo le più recenti tecnologie che possono essere integrate in un condominio.

Sicurezza

La sicurezza è una delle principali preoccupazioni dei condomini. L’installazione di sistemi di sicurezza avanzati può garantire maggiore tranquillità ai residenti. Una soluzione efficace è rappresentata dalle telecamere di sorveglianza con tecnologia AI, in grado di riconoscere volti, comportamenti anomali e di inviare notifiche in tempo reale in caso di emergenza. Inoltre, esistono anche i sistemi di controllo degli accessi, come i lettori di impronte digitali o i codici QR, che permettono di regolare l’accesso alle aree riservate.

Automazione

L’automazione è un’altra tecnologia che sta diventando sempre più comune nel condominio moderno. Grazie ai sistemi di automazione, è possibile gestire diverse funzioni dell’edificio in modo più efficiente ed economico. Ad esempio, è possibile automatizzare l’illuminazione, il riscaldamento e il condizionamento dell’aria, in modo che si accendano e si spengano automaticamente a seconda dell’orario e dell’utilizzo delle stanze.

Energia rinnovabile

L’energia rinnovabile è una delle soluzioni più ecologiche e convenienti per ridurre i costi energetici del condominio. L’installazione di pannelli solari fotovoltaici, ad esempio, può consentire di produrre energia pulita e di ridurre notevolmente la bolletta dell’energia elettrica. Inoltre, l’energia prodotta può essere immagazzinata e utilizzata quando necessario, garantendo una maggiore indipendenza energetica.

Gestione dei rifiuti

La gestione dei rifiuti è un’altra area in cui le tecnologie avanzate possono essere utilizzate. Ad esempio, è possibile implementare un sistema di raccolta differenziata automatizzato, in grado di separare i rifiuti in modo efficiente e di ridurre l’impatto ambientale. Inoltre, esistono anche i sistemi di compostaggio automatico, che trasformano i rifiuti organici in compost di alta qualità utilizzabile per fertilizzare i giardini dell’edificio.

In sintesi, le tecnologie avanzate possono offrire numerosi vantaggi per il condominio moderno, come una maggiore sicurezza, un maggiore comfort e una riduzione dei costi energetici e ambientali. Tuttavia, l’implementazione di queste soluzioni necessita di un investimento iniziale e una gestione efficiente, che richiedono un team di professionisti specializzati nella gestione dei condomini e nella tecnologia.

Sul prossimo numero del Magazine Condominio Zero Problemi approfondiremo queste tematiche, analizzeremo i costi/benefici per adottare i sistemi messi a disposizione oggi tra le proposte commerciali esistenti in commercio.

di Maurizio Maddalo, IT Manager per il Magazine Condominio Zero Problemi